Un filo sottile unisce l’incantesimo dell’arte visiva alla grazia divina: è la capacità di tener uniti gli accadimenti inquieti del mondo e dar loro un senso, tracciandone un disegno illuminante.
Sarà per questo che Buzzati, nella sua opera di addio, scelse di dipingere storie anziché scriverne, tentando di ricomporre – tra linee e colori – una logica sfuggente.
La scia apocalittica della pandemia ha gettato tutti noi in un universo di mistero, governato da paradossi a cui ci siamo a poco a poco abituati: staccarsi per potersi riunire, non vedere i nostri affetti per poterli vedere ancora. Non toccarsi per tornare a riabbracciarci, chiuderci soli in casa per salvare il comune umano destino.
E’ un po’ quello che è successo a quest’opera, costruita nella mente, ricalcata sul compensato e poi ridotta tramite l’uso del seghetto a traforo in pezzi, ognuno dei quali ha richiesto cura, colore, perfezione. E finalmente il miracolo: i frammenti, di nuovo insieme, hanno ritrovato il loro posto, il loro senso. Sarà così anche per noi, quando ciò che ci ha diviso ci riunirà, come pezzi della stessa strana bellezza. (F. Marangon)
Il concorso:
Nell’attuale contesto sanitario in cui finalmente si inizia a sperare, grazie all’arrivo dei vaccini, nella fine dell’epidemia di COVID19, ci sono ancora da superare alcuni mesi in cui, in modo più o meno rigido, saranno limitati i contatti sociali e si trascorrerà più tempo in casa. Durante la prima ondata dell’epidemia e per i mesi successivi internet ha costituito il principale mezzo di comunicazione e condivisione che ha sopperito in parte alla mancanza di contatti sociali. L’ideazione e visualizzazione di contenuti on-line ha permesso anche lo sviluppo di opere artistiche digitali, che comunque non possono sostituire in toto l’atto creativo che determina la produzione fisica di oggetti d’arte.
Arrivata la seconda e poi la terza ondata, la “novità” rappresentata dall’utilizzo del web per lavoro, svago, contatti sociali etc… ha perso parte del suo fascino, pur rimanendo utile e imprescindibile al momento attuale. Si inizia a sentire l’esigenza di recuperare una dimensione più fisica, di riprendere contatto con la materia.
Dedicarsi in questo modo a creare un’immagine che evochi la fine dell’epidemia, oltre a ristabilire questo contatto è anche un mezzo per esorcizzare l’ansia e le paure che ci stanno accompagnando ormai da un anno.
La scelta del supporto ligneo per i quadri è fatta in parte per concretizzare meglio questa esigenza, ma anche perché il legno, unito alla roccia, è sostanza fondante i nostri territori e li identifica. Pensando quindi ad un concorso che attraverso i social possa essere promosso a livello nazionale e anche all’estero, la scelta del legno crea un ulteriore legame con le nostre zone e contribuisce alla loro conoscenza. Lasciare libera la tecnica rappresentativa dell’immagine consente però contemporaneamente una notevole libertà di espressione che può far avvicinare al concorso più generazioni.
La tavoletta di legno storicamente si lega inoltre agli ex-voto prodotti in passato di cui abbiamo tangibile traccia nelle raccolte di Palazzo Fulcis, e il suo utilizzo crea un legame virtuale con le precedenti generazioni che si sono trovate ad affrontare situazioni analoghe.
La frase Per Grazia Ricevuta, titolo del concorso, ha accompagnato nei secoli le offerte votive con una connotazione prettamente religiosa che Dino Buzzati ha superato nel libro I Miracoli di Valmorel. I partecipanti al concorso saranno liberi di interpretare secondo la propria sensibilità, con un approccio laico o religioso, la speranza di liberazione dalla pandemia.
Lo scopo del concorso è inoltre promuovere la rassegna Oltre le Vette nei mesi in cui normalmente si parla poco della manifestazione. Pubblicando infatti progressivamente nelle pagine social le migliori opere che arriveranno, in una sorta di galleria virtuale consentirà di mantenere viva l’attenzione del pubblico oltre che ad incentivare la partecipazione al concorso.
Infine il riferimento all’opera di Dino Buzzati crea un legame temporale tra la mostra “Le stagioni di Buzzati”, esposta a Palazzo Fulcis nell’ambito di Oltre le Vette 2019, e il 2022 in cui saranno numerosi gli eventi dedicati alla ricorrenza dei 50 anni dalla morte dello scrittore. Tale legame contribuirà a mantenere l’attenzione sull’artista ribadendo il suo forte radicamento con la terra bellunese.
Giuria:
- Marco Perale – Assessore alla cultura Comune di Belluno.
- Tiziana Pagani Cesa – Presidente Fondazione Teatri delle Dolomiti.
- Carlo Cavalli – Conservatore Musei Civici di Belluno.
- Flavio Faoro – Già Direttore artistico della rassegna Oltre le Vette.
- Valeria Benni – Responsabile organizzativo Oltre le Vette e ideatore del progetto.
Settembre 2021, data e luogo in via di definizione: allestimento mostra e individuazione delle 3 opere vincitrici. Entro il 30 settembre 2021 comunicazione ai vincitori. (inaugurazione della Mostra, presso Museo Civico di Palazzo Fulcis, via Roma, 28 Belluno)
16 ottobre 2021, giorno del compleanno di Dino Buzzati, premiazione migliori opere nell’ambito di un evento dedicato in Oltre le Vette.
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